6 settembre 2006

A buon intenditore poche parole...

E invece no, i dolci continuerò a farli e tenere per me le ricette.
Che ci fossero persone matte lo avevo capito da un po' e pensavo che potessi avere un posto d'onore tra di loro. Ma dovrò ricredermi.
So di non poter aspirare al preno Nobel per le letteratura, infatti continuo a coltivare altri interessi!
Consoco i miei limiti e ho imparato a riderci su. Ogni sconfitta è sempre stata un'occasione per imparare, anche ad essere umili e riconoscere i propri errori.
A volte si sbeglia, ma è normale farlo. Sbagliando si fa soffrire qualcuno. Credo che sia inevitabile. Sono il primo che soffre per i propri sbagli. E anche per quelli degli altri.
Ma ho imparato a gestire gli errori, è inutile perdere la testa e comportarsi da adolescente quando ormai si ha una certa età. Ho l'età che mio padre aveva quando sono nato, quindi sono abbastanza grande da occuparmi non solo di me, ma anche decidere per qualcun'altro. Quindi quando vedo trentenni che non sanno neppure trovare la strada di casa, ne rimango deluso e amareggiato. E ce ne sono molti. Credo che tutto nasca da non sapere cosa si vuole. Neppure io so quello che voglio esattamente, ma ne ho un'idea e quando trovo quello che le assomiglia di più lo prendo. A volte è un abbaglio e ne rimango scottato, ma fa parte del gioco. Mi assumo le mie responsabilità e vorrei che gli altri facessero altrettanto.

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